Storia di Sant’Eraclio

“Il carnevale dei ragazzi” nacque nel 1960 quando il parroco di S.Eraclio, Monsig. Luciano Raponi, (al centro nella foto a fianco) e altri carnevalari che più giovani avevano partecipato alle Mascherate costituirono un apposito comitato che programmò organicamente la festa, assegnò i soggetti dei carri allegorici, sensibilizzò la popolazione, interessò le autorità comunali e regionali.
Attualmente sei carri allegorici di cartapesta sfilano per le vie del paese accompagnati da numerosi gruppi di maschere che, come nella vecchia Mascherata invitano il pubblico a giocare ed a scherzare con loro; inoltre, in mezzo al pubblico, giocolieri, trampolieri e mangiafuoco oltre a gruppi isolati di maschere a soggetto satirico ravvivano la manifestazione.

Ma la storia del carnevale è ben più ampia. Infatti è opinione diffusa che a S.Eraclio ci sia il più antico carnevale dell’ Umbria; primo non solo in ordine di tempo ma anche per spettacolarità ed allegoria.
Le sue origini risalgono persino al XVI secolo.
Il Carnevale a Sant’Eraclio nasce nel 1542 ad opera dei frati Olivetani di Mormonzone, convento ormai abbandonato nei pressi del paese, come festa di popolo goduta per la strade in contrapposizione ai “festini” dei nobili che si festeggiavano nei saloni chiusi dei palazzi aristocratici.
La manifestazione viene descritta come una sfilata di carri ornati di frasche e fiori, trainati da buoi, mentre giovani e meno giovani, ballando e cantando, accompagnano i carri o si fanno trasportare da essi suonando “pifferi e trombette”.
La sfilata venne ripetuta per molti anni fino a che, intorno al ‘600, le autorità religiose, vedendo in essa una fonte di peccato, pensarono bene di vietarla.
Ma ormai il Carnevale era entrato nel sangue del popolo e cosi si ricorda come alcuni cittadini di Sant’Eraclio furono multati di tre paoli perché, sfidando i divieti ecclesiastici, erano scesi in strada suonando “pifferi e trombette”.
Nel XVIII secolo, passata la bufera della riforma e controriforma, lo Stato Pontificio allenta il clima persecutorio contro le manifestazioni carnevalesche, anzi le normalizza con regole e consigli, perché oltre il fine di un puro divertimento le maschere cominciano ad assumere una funzione sociale in tempi difficili di crisi economiche fungendo da valvola di sfogo e quindi da calmiere.
In questo periodo Sant’Eraclio viene eletto a “luogo del Carnevale” per il territorio che gravita intorno a Foligno, in quanto la Mascherata è permessa solo in questa frazione, mentre restano i divieti di scendere in strada mascherati nel resto del territorio non più per motivi morali ma per motivi di ordine pubblico.
Il Carnevale assume i connotati che le resteranno propri fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale: maschere che da sole o a gruppi fanno scherzi ad altre maschere e soprattutto agli spettatori che a frotte, a piedi o in carrozza, affluiscono dalla città per partecipare alla “Mascherata”, come viene da tutti chiamata, che si svolge il martedì grasso. Nell’immediato dopoguerra, per motivi sempre di ordine pubblico, viene posto il divieto di nascondere il viso con maschere: i carabinieri, a due a due, girano per il paese scoprendo a tutti il viso. Questo fatto toglie alla Mascherata ogni ragione di essere così che dopo due o tre anni si estingue.
Rinasce nel 1954 come sfilata di carri ad opere di un gruppo di notabili: artisti, scrittori, pittori, architetti; questi costituiscono una nutrita commissione artistica, mentre il comitato esecutivo costruisce materialmente i carri.
Però tanto numerosa è la commissione artistica quanto scarno il comitato esecutivo, tanto che l’esperienza ha vita breve.

Nel 1960 il Comitato si ricostituisce sotto la sigla del “Carnevale dei Ragazzi”, diede una solida struttura organizzativa alla manifestazioni, si diede uno statuto, riuscì a coinvolgere qualche decina di persone che la sera, dopo l’orario di lavoro si ritrovava per creare insieme un impasto di divertimento, musica, folclore, spettacolo concentrati nell’ arco di tre domeniche.
Inizialmente i carristi, divisi nei quattro rioni del paese, costruivano i Carri Allegorici in ambienti di fortuna, poi, negli anni ’70, su terreno messo a disposizione dalla Parrocchia fu costruito, in diverse fasi, il Laboratorio dei Carri Allegorici, furono realizzati i sei pianali che, modificati e modernizzati, tuttora supportano le gigantesche allegorie di cartapesta. Nel 1983 nascono i primi Gruppi Mascherati che ben presto diventano l’anima del Carnevale dove i Carri ne rappresentano il corpo. Nel 1986 viene istituita “l’Osteria del Carnevale”, luogo di incontro conviviale dove si può ancora consumare cibi semplici e genuini con pochi euro.
Dal 2001 il “Comitato Carnevale dei Ragazzi” diventa “Associazione di Volontariato Carnevale dei Ragazzi di S.Eraclio” alias “Carnevale dei Ragazzi” e viene iscritta all’albo delle associazioni di volontariato della regione Umbria diventando O.N.L.U.S. di diritto (organizzazione non lucrativa di utilità sociale).